(Dante, Paradiso canto XXXIII)

Organizzata da JUDICARIA ARTE

la personale di Mario Romano Ricci dal titolo: "Scultura, della natura universale" e che ha avuto alla presentazione tenutasi il 14 dicembre 2019, gli interventi di Graziano Riccadonna, Giorgio Fogazzi e Alessandro Togni.

Sculture - Oggetti - Installazioni

Mario Romano Ricci e Paolo Vivian

21 Giugno - 15 Luglio 2017

PALAZZO TRENTINI   -    Vai alla gallery

Pergine Valsugana, settembre 2010

Festival Nazionale della Sicurezza sul Lavoro 2010

Primo premio artistico dedicato alle Morti Bianche - Il commento della Giuria sull'opera vincitrice "INTERRUZIONE":

L’opera che presenta Mario Romano Ricci aiuta a percepire quanto di nobile si fa portatore lo spirito del Festival della Sicurezza, perché traccia il percorso della salvezza, che l’uomo invoca nei desideri, ma realizza solamente quando sa essere se stesso.

Foto Mario Romano Ricci
Mario Romano Ricci  nasce a Sansepolcro, in provincia di Arezzo il 6 Luglio 1949, toscano dell’alta valle del Tevere con tutta la testimonianza della Cultura etrusca e romana, terra che ha generato e genera artisti con un carattere ricco ed estroverso.
Inizia ad addentrarsi nella produzione artistica nel 1983-1984; disegna degli acquerelli nei quali si evidenziano le forti profondità quindi la ricerca del tridimensionale; oggi egli si spiega l’affinità degli acquerelli con scultura: ambedue non perdonano, non si può sbagliare.
Lavora a tempo pieno senza pretesa se non quella di rapportarsi con la materia in Sacra armonia.
Nel suo lavoro cerca primariamente di esprimere i nessi universali che danno unità e significato alla vita umana.
Partecipa alle prime esposizioni in Trentino, ove risiede, vince alcuni concorsi; conosce a Rovereto lo scultore Cirillo Grott dal quale è stimolato a non “mollare”.
Organizza alcune personali con notevole successo, gli vengono commissionate opere monumentali realizzate in legno, in pietra e in bronzo, ma la materia che più lo intriga è il legno.
A Mario R. Ricci si riconosce un pesante retaggio di vita senza il quale non troverebbe, probabilmente, la forza di cui la scultura abbisogna.
Ridere!
Per Mario Romano Ricci, la dimensione etica non è una categoria astratta, è l’esperienza stessa dell’esistenza, è provare la propria identità civile e religiosa anche nell’operare artistico.

Già le radici biografiche che lo vedono orgogliosamente toscano o è meglio precisare “etrusco”, improntano le sue fattezze, i chiari volumi del suo capo e affiorano nitidamente nel taglio energico ed esplicito del fare, a volte nel temperamento da “novella trecentesca”. È di certo una fisionomia già vista negli esempi della ritrattistica romana d’età repubblicana, in quel cipiglio chiuso ed orgoglioso della prima civiltà italica, nella vis sanguigna di quelle genti, che non può non essere debitrice dei vicini Etruschi, della loro impronta realistica, anche nell’affrontare la morte.

Trento 13/09/2010


D. Una domanda che può sembrare banale ma bisogna pur cominciare, avere un punto di partenza; perché il dedicarsi all’Arte?

R. Ho posto anch’io la stessa domanda all’Arte e continuo a porla; l’unica risposta che posso evincere da tanti segnali è che: accade.

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