Identità
Pinocchio seminava monete d’oro per arricchire, si dice, e invece cercava la propria identità.
La Volpe e il Gatto gliele rubavano, per avidità, ma l’ansia del possesso è voglia d’identità.
Gesù Cristo ha percorso tutt’intera la via dal nascere al morire, ha retto ostentatamente la croce e vi è morto, scagliando verso l’umanità il simbolo dei simboli e lui, che d’identità non s’è mai perso, ha gridato alto, per noi, affinché la ritrovassimo.
D-Homo
Sarebbe buona cosa non dimenticare l’insegnamento biblico, secondo il quale Dio accetta i doni di Abele, ma rifiuta quelli di Caino.
Li rifiuta perché Caino offre a Dio la propria arte, che è il frutto della manipolazione, con cui egli presume di conferire alla terra un valore superiore, rispetto a quello che possiede in sé.
Caino era un agricoltore, cioè un artista ante litteram.

 

Soccorre la storia da un ragionamento per assurdo                                                                                                                          di Giorgio Fogazzi

Si chiama Mario Romano Ricci, e scolpisce il legno. Egli sostiene che il “fare umano” non produce un fine ultimo, bensì lo strumento onde raggiungerlo. Così è per tutte le opere d’arte, che pure celebriamo come il sublime della produzione umana. Ricci sintetizza questo concetto con una grande matita ottagonale scolpita in un tronco d’albero.

Viaggio nel profondo con Mario Romano Ricci


                                                Voi non volete far vedere loro
                                                qualche nuova cosa in particolare
                                                Voi desiderate dare agli altri
                                                nuovi occhi per guardare

 

L’affascinante ricerca alla base degli ideogrammi cinesi è quella della parola perfetta, cheng ming. È la medesima ricerca che accompagna il Samurai nella via del Bushido, dedicata a trovare la perfezione nel fiore di loto.

Pensiamoci.
Si vive in uno strano flusso di suoni e immagini, che dimostra quanto cresca il caos della Modernità riconosciuto già da Walter Benjamin nella Parigi del 1930. Le immagini si muovono, passano, cambiano e si frantumano repentinamente. I linguaggi di tutte le arti, che rispecchiano la complessità dei fenomeni sociali, tendono sempre più a diventare extralinguaggi: ovvero, il significato delle cose non è più definito, sembra superfluo anche solo interessarsene.

di Paolo Zanmatteo

Tradizionalmente sulla e dentro la Montagna si proietta la metafora del Sacro. È un tema che ha conosciuto l'espressione di artisti classici che hanno vissuto la generazione successiva a Piero della Francesca, da Jeronimus Bosch a Leonardo da Vinci; di autori neoclassici e romantici, da Canova a Friedrich. Tutti hanno esercitato una lettura della Natura animata.

 Il presente sito fa uso di cookie anche di terze parti. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie.